Palazzo Yacoubian di ʻAla al-Aswani

Pubblicato il 15/04/2021

In questo nuovo appuntamento, noi di Sguardo a Sud-Est abbiamo scelto di presentare quello che è da molti considerato il best seller arabo per eccellenza: Palazzo Yacoubian (2002), capolavoro dell’egiziano ʻAla al-Aswani. عمارة يعقوبيان (ʻImāra Yaʻqūbiyān) è apparso nell’edizione italiana nel 2006 ed è attualmente il romanzo arabo più venduto al mondo. ‎Epicentro attorno al quale ruotano le vicende dei vari personaggi, il palazzo che da il nome all’opera è sfondo perenne della narrazione e al tempo stesso protagonista. Nelle primissime pagine, l’autore ci racconta delle sue origini e di quando, nella lussuosa e cosmopolita Cairo degli anni ’30, esso ospitava il fior fiore della società egiziana. Con lo scoppio della Rivoluzione, tuttavia, alcuni generali avrebbero cominciato a requisire gli appartamenti un tempo abitati da ricchi stranieri e, per la prima volta, i minuscoli stanzini fino ad allora utilizzati come ripostigli sarebbero stati impiegati come alloggi per i domestici, per essere in seguito venduti a nuovi inquilini provenienti dalle campagne. Nel giro di quarant’anni, palazzo Yacoubian si sarebbe così trasformato in un vero e proprio quartiere popolare, attraverso un progressivo processo di degradamento che riflette la storia recente del Paese. Testimone dei vari cambiamenti che hanno interessato la società egiziana del XX secolo, a partire dall’epoca di re Farouk e della monarchia, passando per la Rivolta degli Ufficiali e l’ascesa di Nasser fino ad arrivare al regime di Sadat e poi di Mubarak, il palazzo diviene dunque metafora di un Egitto sempre più attraversato dalla corruzione, dalla violenza, dal fanatismo, dalla miseria… un Egitto, per l’appunto, in piena decadenza morale, nonché politica ed economica. Sullo sfondo della grande Storia, le piccole storie degli abitanti del palazzo scorrono parallele, talvolta incrociandosi. L’autore ci racconta per esempio di Hatim, intellettuale omosessuale dai gusti raffinati e dal comportamento dissoluto, e della sua tragica vicenda d’amore. Vi è poi Hajj ʻAzzam, uomo d’affari privo di scrupoli che compra la vittoria alle elezioni nonché il matrimonio con la giovane Suʻad, divenendo così simbolo della corruzione dilagante. Con la storia di Zaki al-Dusuqi, un’altra voce si unisce alla narrazione corale, arricchendo ulteriormente il ritratto di questa società composita. Aristocratico nostalgico dei gloriosi tempi di re Farouk, Zaki al-Dusuqi sembra trovare la propria serenità solo nell’amore per Buthayna, la cui coronazione sancisce l’incontro tra due mondi apparentemente agli antipodi, lanciando una sfida ad ogni convenzione sociale. Buthayna, dall’altra parte, appare inizialmente in coppia con Taha, il giovane fidanzato con cui condivide sogni e aspirazioni tipici della loro giovane età. Tuttavia, Buthayna e Taha si trovano ben presto a fare i conti con la dura realtà, la quale allontana inesorabilmente i due personaggi gettandoli in un profondo stato di solitudine e disillusione. Il senso di vuoto verrà colmato da Taha tramite un approccio sempre più radicale all’Islam che, con il suo appello allo jihad, condurrà il ragazzo alla rovina. L’unione di tutte queste voci fornisce al lettore una preziosa chiave d’accesso alla realtà multiforme di un paese come l’Egitto, raccontata in tutte, o quasi, le sue sfumature. Il maggior pregio del romanzo risiede forse proprio nell’abilità dell’autore di rappresentare tali sfumature, tramite un sistema di personaggi sapientemente costruito. Difatti, più che semplici tipi sociali, i personaggi di Palazzo Yacoubian vengono ritratti in tutta la loro complessità, grazie a una scrittura che conduce al cuore della psiche individuale, permettendo di comprendere, prima che giudicare, le sottili dinamiche di cui ognuno è protagonista. Attraverso questa sorprendente comédie humaine, al-Aswani sviscera i segreti e le contraddizioni intrinseche alla società egiziana, offrendone un’immagine viva e profondamente umana. Curiosità: Co-fondatore di Kifaya, movimento d’opposizione al regime di Mubarak, ʻAla al-Aswani si è sempre distinto per la propria voce critica nei confronti della corruzione e della tirannide del governo egiziano. Tale criticismo attraversa anche il suo ultimo romanzo Sono corso verso il Nilo (2018), opera in cui l’autore racconta gli eventi di Piazza Tahrir e della Rivoluzione. Tutti gli editori egiziani si sono rifiutati di pubblicare il testo, a causa delle eventuali e rischiose ripercussioni; nonostante ciò, al-Aswani non ha smesso di esprimersi liberamente sulla situazione e gli eventi del proprio paese, spesso criticandone le istituzioni. Coraggioso difensore della libertà di pensiero e parola, il marzo scorso è stato sottoposto a processo con l’accusa di aver insultato l’attuale presidente al-Sisi in un articolo pubblicato su Deutsche Welle. Greta Sala

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