Anche per noi l'estate è un buon momento per recuperare le letture sul comodino. Qui le nostre recensioni di alcuni libri usciti di recente che abbiamo letto e che ci fa piacere consigliarvi.
Romanzi
Tangerinn
di Emanuela Anechoum
E/O
Quando riceve la notizia della morte di suo padre Mina, figlia di un uomo marocchino e di una donna emiliana, vive da alcuni anni a Londra. È riuscita nel progetto di rendersi invisibile, conforme alle aspettative di felicità apparente della grande metropoli, sotto l’ala protettiva di Liz, una ragazza bianca che a Mina sembra la perfezione incarnata: bella, progressista e ricca. Il lutto obbliga Mina a tornare nel luogo in cui è cresciuta e che ha rifiutato, un paesino isolato e moralista del sud Italia. Qui inizierà un nuovo percorso di ricerca di sé: ogni cosa conserva le tracce di suo padre, che da giovane era partito dal Marocco per cercare in Europa un modo di mantenere la sua famiglia. La sua storia ci viene raccontata in parallelo a quella di Mina e ci parla di aspettative sociali e disuguaglianze che connettono Nord e Sud del mondo. Tangerinn è stato scritto da Emanuela Anechoum con grande intelligenza: genera immedesimazione e un piacevole spaesamento riunendo le esperienze di chi è partita dall'Italia verso un nord più ricco e di chi è cresciuto qui con un background migratorio. Suggerisce che interrogarsi sul proprio posto nel mondo significa anche collocarsi nella linea delle generazioni: la prima persona di Mina si alterna costantemente al “tu” rivolto a suo padre, un confronto che ci guida per tutto il corso di questo riuscito e genuinamente politico romanzo di formazione.
La parabola del seminatore
di Octavia E. Butler, traduzione di Martina Testa
Sur
Il futuro che immaginava Octavia E. Butler negli anni Novanta mentre scriveva Parable of the Sower coincide esattamente con il nostro presente. Nel 2024 di Butler gli Stati Uniti - non sappiamo il resto del mondo - sono una landa arsa, devastata dal cambiamento climatico, dove l’acqua è più cara della benzina, gli incendi sono all’ordine del giorno, anche a causa della pyro, la nuova droga diffusa dalle industrie farmaceutiche, che fa provare enorme godimento dal vedere bruciare cose e persone. Alcune corporation hanno iniziato ad acquistare intere cittadine per accaparrarsi risorse idriche e manodopera a basso costo. Intanto bande di predatori si aggirano per le città saccheggiando, uccidendo e violentando. Chi può si mette in marcia verso nord, in cerca di acqua e di un lavoro salariato. Tra questi c’è Lauren, una giovane nera poco più che adolescente, figlia di un predicatore, empatica, determinata e preoccupata per il destino della sua comunità, che si ritrova alla guida di uno sparuto gruppo di sopravvissuti: uomini, donne e bambine, perlopiù nere e ispaniche, dirette anche loro verso nord. La diaspora che descrive Butler rimanda alla grande migrazione degli schiavi afroamericani dal Sud al Nord industrializzato, a un passato schiavista che compare a più riprese nel libro e che è già al centro di un altro suo romanzo, Legami di Sangue, uscito sempre per le edizioni Sur. In effetti, quello che Octavia Butler racconta attraverso la distopia o la fantascienza è in primo luogo la storia dei neri, la loro sopravvivenza in un mondo al collasso. Quando scriveva un nuovo romanzo, l’autrice si documentava come una storica, collezionando ritagli di giornale sul cambiamento climatico, sulle nuove forme di schiavitù, povertà ed emarginazione nel “paese più ricco del mondo”. La parabola del seminatore proietta infatti i dettagli del presente in un futuro tanto terribile quanto vicino, prevedendo, in chiave neanche troppo distopica, il tipo di mondo che subisce le conseguenze estreme del capitalismo avanzato negli USA: il collasso ambientale, l’incarcerazione di massa, la lobby dell’industria farmaceutica, la cultura delle armi, l’odio razziale, le disuguaglianze, eccetera eccetera.
Il finale resta aperto, ma lascia aperta una speranza: coltivare comunità in cui riconoscersi e da cui immaginare altri mondi è l’unica via per sopravvivere alla crudeltà e al collasso di un futuro che è già.
Élise o la vera vita
di Claire Etcherelli (traduzione di Anna Scalpelli)
L’Orma
I ritmi disumani e alienanti della catena di montaggio, le difficoltà di vivere e sopravvivere nella grande città per chi viene dalla provincia, e per chi è donna, le retate nei quartieri-ghetto segnati dal razzismo nella Francia durante la guerra in Algeria, le divisioni operaie e una militanza che, pur attiva nelle proteste, è anch'essa condizionata da privilegi di classe e razza.
È questo il contesto con cui Élise, donna operaia alla Citroën alla fine degli anni '50, si confronta quando decide di partire da Bordeaux alla ricerca della "vera vita", convinta a seguire l'amato fratello Lucién, animato da una crescente coscienza di classe. Una storia autobiografica raccontata dalla penna di una donna, assegnata sin dalla più giovane etá alle funzioni di cura e sostentamento della famiglia, che con grande forza e determinazione va alla ricerca della propria indipendenza economica ed affettiva. È in questo percorso che intreccerá una relazione d'amore con Arezki, suo collega operaio algerino, ostacolata da condizioni sociali e politiche. Le riflessioni e i profondi interrogativi che Élise si pone e che traspaiono durante questa ricerca, ben sintetizzati dal titolo “Élise o la vera vita”, sono vivi e attuali anche oggi, nonostante le differenze del contesto lavorativo, sociale e di lotta.
Lo stile narrativo di Claire Etcherelli è chiaro e asciutto, le descrizioni e i particolari, mai ridondanti, consentono di calarsi in modo realistico nell'ambientazione e nella trama, il ritmo è vivace e costante. Pubblicato in Francia per la prima volta nel 1967, il romanzo ha vinto il prestigioso Prix femina, ricevette gli apprezzamenti di Simone de Beauvoir e fu di ispirazione per Annie Ernaux. Il regista Michel Drach ne ha tratto il film omonimo, presentato al festival di Cannes nel 1970. Questa è la prima pubblicazione nella traduzione italiana per L'orma, a cura di Anna Scalpelli.
Un saggio
Gaza davanti alla storia
di Enzo Traverso
Laterza
Lo storico Enzo Traverso, che a lungo si è occupato di nazismo, diaspora ebraica e storia della Shoah, in questo saggio di poco più di ottanta pagine fa luce sulle narrazioni che hanno accompagnato gli attacchi del 7 ottobre, chiamando a raccolta gli strumenti critici della ricerca storica. L’intento non è la ricostruzione dei fatti, dal momento che Gaza e gli attacchi del 7 ottobre, con la furia devastatrice che ne è seguita, appartengono al presente, quanto riflettere con urgenza sugli usi pubblici del passato che accompagnano questa vicenda, esaminare “il grumo di storia e memoria che la avvolge”.
Traverso passa in rassegna le parole che hanno popolato l’immaginario su questa guerra genocida, collocandosi tra quelle voci “fuori dal coro” da un Occidente che pretende di detenere il monopolio, oltre che del potere, della morale. L’invito è quello di infittire lo sguardo oltre le consolidate narrazioni e dicotomie “esecutori e vittime”, “terrorismo-democrazia”, che escludono la qualifica di genocidio nell’operato di Tsahal nella Striscia, che liquidano la violenza agita dalla resistenza palestinese unicamente come “barbarie”, che confondono antisionismo e antisemitismo, che strumentalizzano il trauma e la memoria storica dell’Olocausto per giustificare l’occupazione e il sistematico tentativo di annientamento di un popolo.
Un fumetto
Shubbek lubbek. Ogni tuo desiderio
di Deena Mohamed, traduzione di Luce Lacquaniti
Coconino press
Cosa succede se i desideri, la loro accessibilità e la qualità con cui si esprimono vengono differenziati in base alla classe? Nell'Egitto moderno raccontato in questo fumetto i desideri sono acquistabili e contenuti in scadenti lattine oppure in bottiglie pregiate, a seconda della loro classe. Quelli pregiati, a differenza di quelli scadenti, si esaudiscono con semplicità e nel miglior modo possibile, ma sono acquistabili a un prezzo inaccessibile ai più e commerciabili solo dietro licenza regolarmente registrata. Gli altri, possono essere pericolosi e rivelarsi anche dannosi tanto che via via il loro utilizzo viene sempre più criminalizzato. Un chiosco di strada decide di mettere in vendita tre bottiglie di desideri “di prima classe”, posseduti per una vecchia eredità di famiglia, ma mai consumati poiché considerati un peccato religioso dall'anziano padre. Attorno a queste tre bottiglie si intrecciano altrettante storie, i cui protagonisti si differenziano tra loro per classe, genere, vissuti e difficoltà. Di fronte alla possibilità di esaudire un desiderio di prima classe, i protagonisti si interfacciano con dubbi e interrogativi sulle proprie esistenze, con le ingiustizie del potere generatore di repressione e disuguaglianze, con le condizioni familiari e sociali in cui vivono, con immaginari e nuove prospettive per determinare un cambiamento della propria condizione esistenziale. Il linguaggio sarcastico e spesso metaforico, lascia trasparire una critica sociale rivolta al governo, al colonialismo, al patriarcato, ma anche un riferimento a temi legati al dibattito religioso e all'approccio moderno, alla sofferenza psichica: il tutto da leggersi in una chiave di classe e all'interno delle grandi trasformazioni, intuibili sempre solo a livello evocativo, che segnano l'Egitto contemporaneo. È molto facile empatizzare con i personaggi, di cui è possibile cogliere tutta l'espressività grazie all'opera magistrale di disegno dell'autrice, in parte in bianco e nero e in parte a colori, ritratti con uno stile cartoonesco e che si muovono in un incrocio di scenari pop e arcaico. I dialoghi sono dinamici e capaci di coniugare parola e immagine in un fluire narrativo da cui è difficile separarsi. Alcuni termini sono mantenuti in lingua originale, preservando dal rischio di annacquare il significato nella traduzione italiana. L'autrice Deena Mohamed è una fumettista e illustratrice nata e cresciuta al Cairo, annata 1995. La sua prima opera, Qahera, una webcomic, affrontava sempre in chiave satirica temi quali l'islamofobia e la misoginia. Per Shubbek Lubbek, uscito quest’anno per Coconino nella traduzione di Luce Lacquaniti, la fumettista ha ricevuto il premio per miglior romanzo grafico e il gran premio al Cairo comics festival del 2017.