
La critica della malattia mentale ha rimesso in discussione l'idea di segregare chi esibisce comportamenti che non si inquadrano nei canoni della normalità. Ma nel frattempo il concetto di segregazione, la gabbia intorno al cosiddetto "malato mentale", si è trasformato: le gabbia fisiche sono diventate chimiche, il letto di contenzione è stato sostituito dal farmaco ipnotico e sedativo, il muro dell'isolamento è stato abbattuto solo per lasciar posto ai muri del vuoto comunicativo indotto dallo stordimento da cocktail di pillole.
Mentre i manicomi si svuotavano (magari per essere abilmente trasformati in eleganti aule universitarie, o per continuare a funzionare secondo il vecchio sistema, riclassificando i malati mentali sotto diciture diverse), le acque reflue dei paesi cosiddetti "sviluppati" si scoprivano inquinate da nuove sostanze, prescritte con leggerezza da medici a cui manca qualsiasi capacità di mettere in discussione i depliant pubblicitari dell'industria farmaceutica.
Infatti la psichiatria, nel tentativo di governare l'alienazione mentale senza rimuoverne le cause, ha allargato il catalogo dei medicinali disponibili e quindi lo spettro delle dipendenze da sostanze legali, per poi estendere l'inventario delle malattie mentali e moltiplicare il numero dei malati e quindi il bacino degli utenti di servizi sociali e sostanze psicoattive.
Così, dopo i carcerati, i vecchi, gli alcolisti, quelli stressati dal troppo lavoro o dai casini sentimentali, si è scoperto un nuovo segmento di mercato sui banchi delle scuole, e prima negli Stati Uniti, poi in Europa, ci si è inventati una nuova malattia dai contorni non meglio precisati, una sorta di "disordine dell'attenzione" che punisce col Ritalin il ragazzino troppo sveglio: fegati e menti si preparano fin dalla tenera età a una vita di emozioni controllate farmacologicamente.
Contro tutto questo diventa fondamentale dotarsi di strumenti di controinformazione per capire quali sostanze ci vengono allegramente prescritte da medici generici o dai servizi delle asl, sia in somministrazioni saltuarie che in trattamenti psichiatrici, non importa se volontari o obbligatori.
Info
| Titolo | Sorvegliato mentale. Effetti collaterali degli psicofarmaci |
| Casa editrice | Nautilus |
| Lingua | Italiano |