Nedjma

Nedjma

Rieditare Nedjma di Kateb Yacine (algerino, 1929-1989) a esattamente quarant’anni dalla sua prima apparizione in lingua originale francese—l’edizione italiana apparve oltre vent’anni fa, sempre presso Jaca Book—può essere il miglior modo per onorare l’anniversario di un’opera divenuta ormai un classico per le letterature del Nord Africa e del Mediterraneo. Eppure, pur convinti del fatto che un’opera di letteratura valga la pubblicazione per la sua consistenza poetica e pur decisi nella presente collana a pubblicare opere che abbiano tale consistenza, e tanto più esigenti quando si tratti di una riedizione come nel presente caso e perciò convinti della indispensabilità di Nedjma per la storia della letteratura francofona, non possiamo non confermare che rieditare il capolavoro di Kateb Yacine non possa oggi non avere anche una valenza culturale che proietta un’ombra nel campo della storia e della storia sociale e politica che ci concerne attorno a questo mare Mediterraneo. Nedjma appare alcuni anni prima dell’Indipendenza algerina. C’è nei personaggi di Nedjma non solo il disagio per il misfatto coloniale, ma il disagio tristemente profetico per le mosse di un mondo che sarà presto neocoloniale. Kateb Yacine, così capace di dar vita alla lingua francese, era un ponte naturale tra Europa e Nord Africa, così come era un ponte tra berberità e arabità, tra Africa e Maghreb, eppure, esiliato dall’Algeria francese, sarà esiliato a lungo anche dall’Algeria indipendente. A disagio per un ordine menzognero, Yacine passa da un esilio all’altro. Il primo neocolonialismo non inviò necessariamente nelle ex colonie le truppe, ma convertì a sé le classi politiche. L’esilio in Nedjma è preconizzato nella “fuga”. Il romanzo inizia e termina con la fuga. L’esilio è l’inevitabile risposta a un “ordine” che pretende la menzogna come accomodamento della vita. Domani a un nuovo esilio potrebbe essere costretto Yacine se fosse in vita, e così i suoi personaggi. L’esilio da un possibile regime integralista. Se tale evento dovesse realizzarsi sarà una catastrofe di cui ancora una volta la prima responsabilità sarà dei Paesi coloniali, che hanno per più di trent’anni alimentato un’aberrazione sociale, una forma di fascismo, pur di non far lievitare forme di protesta e organizzazioni sociali anticoloniali. Agitando lo spauracchio comunista si è alimentata una mostruosità che, sostenuta dal dollaro e dal petrolio, offende anzitutto l’Islam come ogni altra cultura religiosa. Lo spirito laico di Yacine non sarebbe stato esiliato da alcuno spirito islamico, uno spirito che la sua opera letteraria rispetta come la chioma di un albero battuto dai venti rispetta l’ultima propaggine delle sue radici, che vede, nel basso, nodosamente emergere a tratti dal terreno. Il nuovo esilio sarebbe quello provocato da un regime che, se fosse, sarebbe avvilente per qualsiasi spirito laico e religioso, ma che, se sarà, lo dovrà alla mano tesa che oggi gli vien porta dagli USA e da un’Europa che divenisse decisamente germanodipendente, pronti a sostenere i loro fini neo-neocoloniali con qualsiasi benedizione di nuovi partners che facciano ordine nei loro Paesi.

Info

TitoloNedjma
AutoreKateb Yacine
Casa editriceJaca Book
LinguaItaliano
EAN9788816502154
ISBN8816502150
14.46 €
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