La critica istituzionale. Il nome e la cosa

La critica istituzionale. Il nome e la cosa

Il volume analizza oltre quarant’anni di letteratura sulla “critica istituzionale”, espressione dai confini incerti che venne proposta per la prima volta nel 1975 dall’artista concettuale Mel Ramsden. Individuandone la “preistoria” nel discorso di Peter Bürger sulla critica dell’“istituzione arte”, Stefano Taccone costruisce un documentato itinerario critico che giunge fino agli anni più recenti, in cui l’attenzione per la critica istituzionale si è riaccesa. Nel mezzo, le varie tappe di individuazione a posteriori di questa esperienza, un processo che passa dagli scritti di critici come James Meyer, Hal Foster, Benjamin Buchloch, ma anche di artisti come Silvia Kolbowski o Andrea Fraser. Un percorso di ricostruzione da cui emerge quanto varie e discordanti siano le opinioni circa la critica istituzionale, le sue fasi, i suoi protagonisti, il suo oggetto, la sua valenza politica e la sua stessa identità. Alcuni privilegiano l’aspetto conflittuale; altri quello collaborativo. Alcuni si rifanno al canone invalso nel corso dei decenni; altri ipotizzano possibili integrazioni. Alcuni ritengono che il bersaglio siano le istituzioni artistiche; altri vorrebbero fare riferimento alle istituzioni in generale. Alcuni pensano che la critica istituzionale sia un movimento artistico, mentre altri guardano a essa piuttosto come a uno strumento. Di questo dibattito il libro restituisce le voci plurali proponendo un quadro critico puntuale e appassionato.

Info

TitoloLa critica istituzionale. Il nome e la cosa
AutoreStefano Taccone
Casa editriceOmbre Corte
LinguaItaliano
EAN9788869482366
ISBN8869482367
13 €
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