Il luogo di parola di Houria Bouteldja, Louisa Yousfi e Fatima Ouassak è la banlieue, i quartieri popolari alle periferie delle città francesi dove si conferma l’ordine socio-razziale e dove la produzione coloniale dello spazio trasforma buona parte della sua popolazione in individui «senza-terra». Come i migranti algerini di cui parlava Abdelmalek Sayad nel libro La doppia assenza, che vivevano la mancata partecipazione alla società francese e allo stesso tempo l’assenza nella società algerina, anche gli abitanti dei quartieri popolari sperimentano sulla loro pelle il continuum coloniale e la violenza razziale che li rende spossessati due volte: privati della terra, in quanto figli dell’emigrazione dai paesi che la Francia ha colonizzato, e dei senza-terra nel paese di arrivo, dove saranno esclusi dal corpo legittimo della nazione, “barbari” dell’Impero.
Le tre autrici sono figlie di immigrati maghrebini arrivati in Francia, che fanno i conti con l’eredità che si trascina una donna immigrata che scrive e si racconta: come riuscire a evitare le insidie che la propria condizione tende? Come farlo senza ricadere nella trappola dell'integrazione che usa le questioni di genere per confermare il razzismo e gli stereotipi contro gli uomini immigrati?
Come raccontare la propria condizione senza soddisfare il voyeurismo della povertà ma riscattare l’immaginario che non le rappresenta?
È urgente imparare ad amarsi e a riconciliarsi, sembrano dirci le tre autrici, tendere a un amore
rivoluzionario che non viene dal cuore, ma da una comunità di intenti, dal riconoscersi tra
oppressi, come suggerisce Bouteldja e dove “restare barbari” significa resistere all’assimilazione che, nel separare i figli legittimi dell’impero da quelli degenere, cancella e appiattisce una memoria di oppressione, ricorda Yousfi, la quale invita a guardare al rap di banlieue come forma di sabotaggio del linguaggio ufficiale: “Il rap è un affare etico che dichiara: la lingua francese è un tempio che aspetta di essere distrutto da coloro che sono stati bloccati all’ingresso”.
Per Ouassak, militante ecologista e co-fondatrice del Front de mères, al cuore della questione c’è il rapporto con la terra e la libertà di movimento: l’ordine sociale razziale opera attraverso un continuo disancoraggio che impedisce agli abitanti dei quartieri popolari di sentirsi a casa propria nei luoghi in cui vivono e mette in atto una gerarchia di territori e individui, di viventi rispettabili e viventi spregevoli, terre da proteggere e discariche. Ed è qui che si rende cruciale per Ouassak l’ancoraggio degli abitanti dei quartieri popolari ai territori che vivono, la necessità di un programma ecologista e contro le frontiere che metta al centro la terra, la libertà di movimento, il controllo dei mezzi di produzione del cibo (è in questi quartieri, infatti, che l’industria agroalimentare fa i suoi maggiori profitti), la difesa dei territori di periferia, dove non è un caso che si concentra il maggior numero di inceneritori, fabbriche, svincoli autostradali, discariche…
Essere i soggetti politici della propria storia, al di là degli opportunismi politici, riconoscersi nelle categorie di oppressione e rintracciare lì le alleanze possibili è al cuore della riflessione di queste autrici: «Tutto ciò che si fa per noi senza di noi è contro di noi».
Come ci parlano allora questi testi, in questa periferia d’Europa che è il sud Italia?
Che riflessioni aprono sulla solidarietà, l’antirazzismo, la lotta alle frontiere, a partire da diversi posizionamenti di razza, classe e genere?
Un gruppo di lettura di quattro appuntamenti, uno per libro, dedicato agli scritti di queste autrici.
Le riflessioni saranno condivise a partire dagli spunti emersi dalla lettura, per cui si consiglia di leggere i libri prima degli incontri. É previsto l’incontro con le autrici, dettagli a venire.
Appuntamenti del gruppo di lettura:
Giovedì 26 settembre ore 18
Per un’ecologia pirata
di Fatima Ouassak (Tamu)
Giovedì 17 ottobre ore 18
Restare Barbari
di Louisa Yousfi (DeriveApprodi)
Giovedì 14 novembre ore 18
I bianchi, gli ebrei e noi
di Houria Bouteldja (Sensibili alle foglie)
Giovedì 28 novembre ore 18
Maranza di tutto il mondo, unitevi!
di Houria Bouteldja (DeriveApprodi)
Per iscriversi:
mandare mail a info@tamulibri.com
Si consiglia la lettura dei libri prima degli incontri.